Messaggio augurale del Presidente CNTiC, Cartoceto, 30/12/2020
Cartoceto, 30/12/2020
Cari colleghi,
difficilmente dimenticheremo il 2020, un anno che è destinato ad entrare nella storia dell’umanità in tutta la sua drammaticità e capacità di trasformare dimensioni personali e sociali.
Tra le categorie che fortemente hanno affrontato una profonda crisi fino a vedere messa in discussione la propria identità spicca quella dei lavoratori dello spettacolo: ne sono testimonianza i teatri tuttora chiusi e le varie iniziative sospese. Abbiamo avuto allo stesso tempo varie manifestazioni di resilienza e lo stesso teatro e le altre arti si confermano come strumento straordinario per guardare alla forza rigenerante delle interazioni espressive e comunicative.
Vorrei essere fiducioso nell’intravedere una ripresa a partire dalle prime settimane del nuovo anno. E vorrei farlo invitando tutti a mantenere alta l’attenzione nei confronti del contesto in cui operiamo. Forse sono tra i pochi fortunati a continuare a operare teatralmente in carcere in questi giorni, lì dove in generale al momento dominano ansia e apprensione per la progressiva diffusione del virus in situazione di irrisolto sovraffollamento.
Eppure numerosi sono stati i richiami e le proposte concrete del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, della Rete dei Garanti territoriali, di diverse organizzazioni per la tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario (in testa l’Associazione Antigone e l’Osservatorio Carcere dell’Unione delle Camere Penali). Rita Bernardini per il Partito Radicale (e centinaia di detenuti e altri operatori insieme a lei) ha portato avanti uno sciopero della fame per 35 giorni, terminato nei giorni scorsi grazie all’interessamento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha anche incontrato una delegazione guidata da Luigi Manconi, Gherardo Colombo, Giovanni Maria Flick e Sandro Veronesi.Ha fatto sentire la sua voce autorevole anche la Senatrice a vita Liliana Segre che, ricordando con riconoscenza come i detenuti furono gli unici che a San Vittore a Milano salutarono gli ebrei che venivano avviati ai treni per Auschwitz (tra i quali c’erano anche lei, tredicenne, e suo padre Alberto) ha firmato una interrogazione parlamentare, rivolta al presidente Conte e al ministro della Giustizia Bonafede, per chiedere che i detenuti e il personale penitenziario (di polizia, socio-sanitario, amministrativo e direttivo) vengano inseriti fra le categorie da vaccinare con priorità contro il Covid.
Colgo qui l’occasione per comunicarvi anche due buone notizie, anche queste entrambe frutto di lavoro parlamentare.
1. Domenica scorsa, 27 dicembre, è stato accolto, con una riformula, l’ordine del giorno nella legge di Bilancio, depositato dal deputato Riccardo Magi di + Europa. Magi ha chiesto di impegnare il governo a predisporre un piano operativo per la vaccinazione dei detenuti e del personale che lavora nelle carceri, inserendoli sin dall’inizio fra le categorie sottoposte con priorità alla campagna di vaccinazione per la prevenzione delle infezioni da Sars-CoV-2 alla stessa stregua di medici e infermieri, ultrasessantenni, malati cronici, pazienti affetti da più patologie, addetti ai servizi essenziali come insegnanti e forze dell’ordine e chiunque viva in condizioni nelle quali non possa essere garantito il distanziamento fisico. Magi ha sottolineato, inoltre come anche il Comitato Nazionale per la Bioetica nel suo parere del novembre scorso si è concentrato sull’accentuarsi di pregresse disuguaglianze fra cittadini/e e sul sorgerne di nuove, con particolare riferimento ad alcuni gruppi significativamente vulnerabili, come i detenuti,“ad alta vulnerabilità bio-psico-sociale”.
2. Sempre nell’ambito dell’approvazione alla Camera dei Deputati della legge di Bilancio (oggi approvata anche in Senato) esprimo soddisfazione per il risultato conseguito dall’Onorevole Raffaele Bruno deputato del Movimento 5 stelle che ha chiesto e ottenuto di impegnare il governo a “valutare l’opportunità di destinare parte dei fondi previsti per gli interventi straordinari nelle carceri all’ampliamento e ammodernamento degli spazi destinati al lavoro dei detenuti e alla realizzazione di investimenti infrastrutturali negli istituti penitenziari per consentire lo svolgimento di attività teatrali e per lo sviluppo di percorsi artistici, anche sperimentali, volti all’inserimento lavorativo attraverso l’acquisizione di competenze artistiche, relazionali e professionali”.
Ho scritto questa mattina all’Onorevole Bruno, ringraziandolo, con una riflessione sulla necessità di chiedere un incremento della dotazione di spesa per riuscire davvero ad ampliare e ammodernare gli spazi ad uso scenico in un primo numero, non esiguo, di istituti.
Condivido l’idea espressa di lavorare affinché il miglioramento avvenga “in ogni carcere” con un principio di equità stimolando fortemente l’intervento pubblico, così come sempre auspicato dal nostro Coordinamento Nazionale di Teatro in Carcere in un’ottica solidale e di Rete.
Ho invitato Bruno (che è anche attore, scrittore e regista) a potenziare una collaborazione attraverso un lavoro “trasversale”, coinvolgendo anche altre forze politiche ed in sinergia con il lavoro del nostro Coordinamento, al quale peraltro il Collettivo “Delirio creativo” fondato a Napoli dallo stesso Bruno ha chiesto di aderire nella persona di Federica Palo, attrice e formatrice operante nel carcere di Salerno.
Nel 2021 festeggeremo i nostri primi dieci anni di attività. Lo faremo anche attraverso una pubblicazione alla quale stiamo lavorando in gruppo, intendendola come un opera collettiva. Lo faremo inoltre riprendendo il nostro lavoro interrotto con la splendida iniziativa online del XXI convegno su “I teatri delle diversità” di fine ottobre dedicato ai “Dialoghi tra pedagogia, teatro e carcere”. Presto caricheremo in Internet la registrazione della diretta Zoom del 31 ottobre alla quale hanno aderito un centinaio di operatori, con alcune presenze anche da Spagna, Portogallo, Grecia, Stati Uniti, Brasile e con il conferimento del Premio Internazionale Gramsci per il Teatro in Carcere (Quinta edizione, 2020) a ZishanUgurlu, regista turca residente a New York.
Il 14 dicembre scorso abbiamo, inoltre, presentato il Network internazionale di teatro in carcere, attivato a partire dalla nostra esperienza di Coordinamento italiano, all’Assemblea Generale – Edizione Speciale dell’Istituto Internazionale dell’Unesco. Un incontro straordinario in termini artistici e organizzativi di conoscenza reciproca tra organizzazioni internazionali delle arti performative, al cuore del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali della persona.
Andando avanti con fiducia ed in attesa di rivederci per la Giornata della Rassegna Nazionale di Teatro in Carcere “Destini Incrociati” in primavera all’Università Roma Tre, trasmetto un ringraziamento a tutti voi che ci inviate costantemente informazioni sulle vostre iniziative territoriali. Di questa mattina è la pubblicazione da parte del Segretario CNTiC David Aguzzi del resoconto del secondo anno del significativo progetto triennale dell’Associazione Le Falìe di Verona nel Carcere di Montorio, conclusosi il 24 dicembre con un evento dedicato al Purgatorio di Dante (prezioso il lavoro di David anche nel mantenere la corrispondenza con tutti gli aderenti e le persone interessate ad unirsi alla nostra esperienza).
Ringrazio inoltre il Gruppo di Progettazione composto da Ivana Conte, Grazia Isoardi, Valeria Ottolenghi, Gianfranco Pedullà, MichalisTraitsis, Valentina Venturini con i quali abbiamo condiviso il presente documento e procediamo in armonia verso nuove mete, chiedendovi di non farci mancare vostre idee, contributi e proposte.
Non mi resta altro che augurare a tutti un sereno anno nuovo, al più presto fuori dalla pandemia.
Un abbraccio,
Vito Minoia / Presidente Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere